Haruf, McEwan: in uscita Aprile

1. La Stada di casa - Kent Haruf

Jack Burdette è troppo grande per la città di Holt e per i suoi abitanti. Ex giocatore di football, cacciato dal college con un’accusa di furto, poi militare in missione all’estero, quando sembra aver messo la testa a posto lascia improvvisamente la sua fidanzata per sposare un’altra donna conosciuta dodici ore prima. A ogni ritorno, Holt gli sembra sempre più stretta e scomoda… finché Jack non scompare con la cassa dell’azienda per cui lavora, lasciando la moglie e due figli. Dieci anni dopo, la città non ha perdonato né dimenticato. Eppure Jack torna un’ultima volta, con una macchina vistosa e un passato ingombrante, per far saltare di nuovo ogni convenzione e ogni certezza, senza alcun rimpianto. Si tratta dell’ultima opera dell’autore non ancora tradotta in  italiano.


Editore:  NN Editore
Anno edizione:  2020
In commercio dal:  09 aprile 2020
EAN: 9788894938616



2. Lo scarafaggio - Ian McEwan

Jim Sams si sveglia da sogni inquieti per ritrovarsi trasformato, dallo scarafaggio che era, in un essere umano. Nel corso della notte la creatura che fino al giorno prima sfrecciava tra mucchi di immondizia e canaline di scolo è diventata il piú importante leader politico del suo tempo: il primo ministro inglese. Tuttavia, forte della grande capacità di ogni scarafaggio di sopravvivere, Jim Sams si adatta rapidamente al nuovo corpo. In breve presiede le riunioni del Consiglio dei ministri, dove si rende conto che gran parte del suo Gabinetto ha subito la stessa sorte e che quegli scarafaggi trasformati in umani sono piú che disposti ad abbracciare le sue innovative idee di governo. I capi di stato stranieri sembrano sconcertati dalle mosse arroganti e avventate di Jim Sams, a eccezione del presidente degli Stati Uniti d'America, che lo appoggia con entusiasmo. Qualunque riferimento a fatti realmente accaduti e persone realmente esistenti non sembra da escludere. Con l'intelligenza, lo spirito e la caustica ironia che gli sono inconfondibilmente propri, Ian McEwan rende omaggio al genio di Franz Kafka e alla tradizione satirica inglese che ha in Jonathan Swift il suo piú eminente rappresentante. Questa metamorfosi al contrario diventa una lente attraverso cui osservare un mondo ormai del tutto sottosopra. «Il populismo – scrive McEwan nella postfazione – ignaro della sua stessa ignoranza, tra farfugliamenti di sangue e suolo, assurdi principî nativistici e drammatica indifferenza al problema dei cambiamenti climatici, potrebbe in futuro evocare altri mostri, alcuni dei quali assai piú violenti e nefasti perfino della Brexit. Ma in ciascuna declinazione del mostro, a prosperare sarà sempre lo spirito dello scarafaggio. Tanto vale che impariamo a conoscerla bene, questa creatura, se vogliamo sconfiggerla. E io confido che ci riusciremo».


Editore:  Einaudi
Collana:  Supercoralli
Anno edizione:  2020
In commercio dal:  14 aprile 2020
Pagine:  120 p.
EAN: 9788806245818

Grande Gatsby


“Così continuiamo a remare, barche controcorrente, risospinti senza posa nel passato”

All’Inferno e ritorno: Europa 1914/1949 - Ian Kershaw

Ian Kershaw è uno storico britannico e il suo interesse centrale è il nazismo e Adolf Hitler. 
Tuttavia questo libro, come si nota dal titolo, ingloba tutto questo lungo arco di tempo del 900 e  si noterà che non c’è una prospettiva italocentrica.
È un libro interessante e sulla base dell’immensa bibliografia che esiste al momento, affronta temi delicati. Non è come un manuale di Storia contemporanea di base, anche perché di alcune battaglie (come la resistenza francese sulla Marna nell’estate-autunno del 1914 che blocca l’avanzata tedesca, il passaggio dalla guerra di movimento alla guerra di trincea, lo sbarco in Normandia nella seconda guerra mondiale),  si trovano solo pochi accenni. 
Si pone piuttosto il problema dell’Antisemitismo che non inizia con il nazismo, ma che già agli inizi del 900 girava tra la gente in maniera strisciante. Auschwitz è orrore unico per antonomasia, diventa il simbolo delle atrocità. 
All’inferno e ritorno è un titolo che descrive questo arco di tempo come un precipitare nell’abisso di barbarie.  La scienza, la tecnologia, la perfetta burocrazia vengono utilizzate per uccidere, Auschwitz e gli altri campi di sterminio nazisti che programmati per la morte, racchiudono in sé queste caratteristiche, pensiamo all’abuso della medicina, i terribili esperimenti fatti sui prigionieri.
Kershaw individua in questo abisso di barbarie quattro elementi che percorrono il 900:
  1. Il nazionalismo-etnico razzista.  Il razzismo è un concetto tipico del 900. I genocidi e gli stermini verificatisi nel corso del 900 sono sostanzialmente per motivi etnici. Si concepisce l’idea di un nazionalismo di sangue. Fin dagli inizi del 900 vi era l’idea che un ebreo non poteva diventare italiano o francese, non più di quanto un gatto potesse trasformarsi in cane, perché era una questione di sangue. Si comincia a parlare di eugenetica e igiene razziale. Il grande genocidio degli Armeni ad opera dell’impero ottomano verificatosi nel corso della prima guerra mondiale è per motivi etnici.
  2. La rivisitazione dei territori. L’Europa che esce dalla prima guerra mondiale è un Europa diversa. I grandi imperi europei crollano e si formano Stati diversi. L’Impero austro-ungarico crolla dando vita a una piccolissima Austria, la Germania imperiale viene mutilata e perde dei territori ed esce un’enorme Polonia.  La Francia si riprende l’Alsazia e la Lorena e l’Italia si completa con l’Alto Adige e Trieste. Vi è in tutto questo arco di tempo un’Europa che cambia nei suoi territori.  
  3. Il bolscevismo. La Rivoluzione Russa e l’ottobre rosso avranno un’assonanza anche internazionale. L’Unione Sovietica conoscerà un lunghissimo arco di tempo che durerà fino al 1991, protagonista della guerra fredda che durerà dal 1946 al 1989 con la caduta del muro di Berlino. Anche in Italia si dirà “facciamo come in Russia”. 
  4. La crisi del capitalismo. La devastante inflazione dopo la guerra. I risparmi furono polverizzati dalla guerra e c’è la fine del Gold Standard.
Ian Kershaw chiama questo tempo “Guerra dei Trent’Anni”.  Molti storici non sono d’accordo su questo termine, ma Kershaw fa capire che la seconda guerra mondiale non sia altro che il continuo della prima, poiché subito dopo il primo conflitto vi è una pace turbolenta e difficile da gestire con tutta una serie di tensioni che porteranno alla seconda guerra mondiale.

Autore dell'articolo: Huck Schiller

Gli assalti alle panetterie




Gli assalti alle panetterie è una raccolta di due racconti riproposta dall’Enaudi ed illustrata dall’artista Igor Tuveri. Il libro racchiude “L’assalto a una panetteria”, originariamente pubblicato nel 1981 e  Il secondo assalto a una panetteria” pubblicato nel numero di agosto 1985 di Marie Claire Japan. Il secondo racconto fu inoltre tradotto in inglese da Jay Rubin e pubblicato nel numero di gennaio 1992 di Playboy.

In Italia è stato incluso nella raccolta "L'elefante scomparso"Entrambe le storie descrivono un assalto. 

Nel primo racconto L’assalto a una panetteria" due amici avevano fame, avevano così tanta fame che a loro “sembrava di aver inghiottito il vuoto cosmico”. 
Volevano del cibo poiché non  avevano soldi e lavoro. Così, si armarono di coltelli da cucina per derubare una panetteria. Giunti sul posto il proprietario li maledisse e disse loro che se avessero ascoltato Wagner avrebbero avuto tutto il pane che desideravano. I due ascoltano “Tristano e Isotta” ed un paio d’ore dopo, se ne andarono tutti e due con la pancia piena. Il giorno seguente continuarono ad ascoltare musica classica (Tannhaüser) e quando tornarono a casa il vuoto dentro di loro era sparito e  la loro “fantasia cominciò a rotolare su un dolce pendio

Il secondo racconto Il secondo assalto a una panetteria è ambientato dieci anni dopo. Uno dei due amici giace a letto con la propria moglie ed ancora una volta ritorna il tema della fame. Hanno poco cibo nel loro frigorifero e dopo aver bevuto e mangiato tutto, l'uomo racconta a sua moglie della rapina della  panetteria di dieci anni prima. Dopo aver sentito quella storia, la donna suggerisce di fare la stessa cosa, nonostante siano le 2:30 del mattino. I due decidono di provarci, girano per Tokyo alla ricerca di una panetteria ma i locali sono tutti chiusi. Così, decidono di andare in  un McDonald’s. Con occhiali da sci e fucile automatico, entrano nel ristorante e chiedono trenta Big Mac. Gli impiegati soddisfano la  strana richiesta e la coppia lascia il fast-food e si allontana fino a raggiungere un parcheggio vuoto. Lì mangiano i Big Mac fino a quando non sono pieni. Dopo questa esperienza, l'uomo si sente tranquillo.


Il protagonista sin dal primo racconto voleva soddisfare questa sua "fame". Voleva compiere qualcosa ma il proprietario della panetteria bloccò il suo impulso con la musica. L'arte ha in qualche modo troncato l'idea del reato. Il protagonista cambia, la musica ha toccato alcune corde della sua anima portandolo alla ricerca di un lavoro nella seconda storia, ad una relazione. Nonostante la fame sia stata placata in lui era rimasto qualcosa di incompiuto, una sorta di ossessione che covava nascosta dentro. L'occasione di poter riscattare quello stato d'animo l'ebbe soltanto dieci anni dopo. 

A Sud del confine, ad Ovest del sole - Citazioni

“La guardai negli occhi: sembravano una profonda pozza di acqua sorgiva, all’ombra di una tranquilla roccia che nessun soffio di vento poteva raggiungere. Niente si muoveva e tutto era immerso in un silenzio totale. Se si guardava con attenzione si riuscivano a cogliere le immagini del paesaggio circostante riflesse sulla superficie di quell’acqua”.

A Sud del confine, ad Ovest del sole - Recensione


Murakami scrisse A Sud del confine ad Ovest del sole nel 1992 mentre era in visita alla Pricenton University. In questo romanzo la delicatezza e la poesia dello scrittore la si può notare in ogni sua parola. Le tematiche principali sono la memoria, l’amore e l’identità. E' un'opera malinconica e nostalgica,  con uno stile scorrevole e che descrive il senso di inadeguatezza e l’incapacità del protagonista di trovare una via di fuga.  Il romanzo racconta la storia di Hajime. Il protagonista è figlio unico quando, nel Giappone degli anni 50, era rarissimo non avere fratelli o sorelle. Questa sua unicità sviluppa in lui una sorta di inferiorità e distacco nei confronti dei suoi compagni di classe, fino a quando non compare nella sua vita un’altra figlia “unica” Shimamoto con la quale dividere il suo mondo di solitudine.
Sin da subito i due ragazzini si comprendono fino a creare un legame che durerà e influenzerà per sempre le loro vite. Passano i pomeriggi a leggere ed ascoltare lp nel soggiorno di Shimamoto. Tutto questo idillio terminerà con la fine delle scuole elementari. Iniziano a diminuire le loro visite e finiscono col non vedersi più.  Ad Hajime rimarrà sempre impresso il ricordo delle sue labbra sottili che "cambiavano forma a seconda dei mutamenti del suo sguardo" e del contatto di pochi secondi con la sua mano che provocherà ad entrambi nuove sensazioni mai provate prima. La prima vera ragazza di Hajime al liceo è Izumi. Quando Hajime inizia ad uscire con lei, per la prima volta, promette che non le farà del male. Non mantenendo la promessa il protagonista diventa consapevole che gli esseri umani, per il solo fatto di esistere, sono destinati a fare del male a qualcuno. 
Per tutta l’adolescenza ed età adulta Hajime ricercherà in tutte le sue donne quell’amore e quel “qualcosa” che solo Shimamoto aveva, senza mai riuscirci.
Successivamente forma una famiglia con Yukiko, ma sente che manca ancora quel “qualcosa" e tenta di trovalo avendo rapporti con altre amanti: “Non mi sembrava neanche di tradire mia moglie, ciò che cercavo era solo fare sesso con qualcuno e le donne con cui uscivo volevano la stessa cosa da me… Forse, facendo l’amore con loro, volevo dimostrare qualcosa, cercavo di scoprire che cosa potessi trovare in loro e che cosa loro in me”.

Hajime, con l'aiuto del capitale di suo suocero, apre dei jazz club ed investe i suoi guadagni nel mercato azionario e nel settore immobiliare divenendo ricco ma questo lo fa entrare in una crisi esistenziale, chiedendosi chi fosse veramente e se quella fosse veramente la sua vita. Cio accade perché il protagonista da giovane aveva fatto parte della generazione che tra la fine degli anni sessanta e gli inizi degli anni settanta rifiutava le logiche del capitalismo, ma una volta diventato adulto non rispetta quegli ideali: “Anche la mano che impugnava il volante in quel momento, fino a che punto era davvero la mia mano? E il paesaggio che mi circondava, fino a che punto era reale? Più ci pensavo e più non riuscivo a darmi una risposta.”

Improvvisamente, in uno dei suoi locali riappare a intervalli casuali Shimamoto, che non fornisce mai alcun dettaglio sulla propria vita. Hajime diviene cosciente della propria insoddisfazione e cerca in tutti i modi di riallacciare il vecchio rapporto con l’amica, ma il tempo ha inesorabilmente cambiato anche il suo primo e vero amore: "Sembra che brilli, ma è una luce di decine di migliaia di anni fa. Forse è la luce di un astro che ora non esiste più..”



La prima parte del titolo del romanzo “A Sud del confine” si riferisce alla canzone di Nat King Cole che i due ragazzini ascoltavano e immaginavano che al sud ci fosse qualcosa di bello, ma solo dopo, da adulti, scoprirono, rimanendo delusi, che la canzone si riferiva ai confini con il Messico. Forse, Murakami vuole trasmetterci che crescendo vengono a crollare tutti i sogni  e la bellezza del mondo. La seconda parte del titolo del romanzo “A ovest del sole”, si riferisce alla sindrome dell’isteria siberiana, che colpisce i contadini che vivono in Siberia e sta a rappresentare la depressione che nasce dalla distruzione dei sogni.








James Fenimore Cooper

Cooper dice di iniziare a scrivere per scommessa con la moglie, fervente ammiratrice di Jane Austen. Era un aristocratico, antidemocratico, proveniva da una famiglia ricca, non aveva bisogno di scrivere per vivere. Scommette con la moglie che avrebbe scritto un libro migliore di quello della Austen. Il suo primo libro è Precaution (esercizio di narrativa femminile) tentativo letterario di scarso successo che però lo avvia alla carriera di scrittore. Seguirono alcuni romanzi storici come Lionel Lindon e The Spy (1820-1822) Questi romanzi storici hanno una peculiarità, rappresentano il personaggio americano che ne è protagonista, diviso tra l’appartenenza al territorio Americano e alla fedeltà dell’Inghilterra. Cooper parla infatti del periodo in cui le colonie si ribellarono alla madre patria: il protagonista di Lionel Lindon è americano ma è nato in suolo inglese, quindi la sua personalità è scissa. E’ come se combattesse contro se stesso e la rivoluzione fosse una guerra civile. In The Spy Cooper riesce a creare una situazione talmente contorta, non si capisce chi sia la spia e per chi lavori. Alla fine si scoprirà che la Spia lavorava per Washington, ma per lungo tempo sembrava stare dalla parte degli inglesi. La trama, contorta, mostra la confusione di questi uomini che si riflette in letteratura. Inoltre, personaggi realmente esistiti si mescolano a quelli inv
entati. 
Romanzi di mare: Cooper si cimentò anche nei cosiddetti “romanzi di mare”, in “The Pilot” inizia un filone che, assieme ai romanzi di mare di Edgar Allan Poe apre la strada dei romanzi di Melville. Quelli per cui Cooper è più famoso è la serie: “The Leather Stocking Tales” (La calza di cuoio). Il titolo fa riferimento al l’abbigliamento del personaggio che compare nella serie.
 E’ un ciclo di cinque romanzi, tra i quali: 
The Pioneers (1823) in cui è presente anche il padre dell’autore come personaggio;
The Last of the Mohicans (1826);
The Praire (1827) al ritorno dall’Europa e dopo aver incontrato Walter Scott, completò il ciclo con;
The Pathfinder (1840);
The Deerslayer (1841). 
I temi di Cooper sono essenzialmente romantici: Lo scontro tra culture opposte, tra l’individuo e la società, tra l’individuo e la natura. I suoi ritratti della vita genuina e primitiva, le sue descrizioni di boschi e foreste, delle praterie e dei vostri orizzonti del Wild West contribuirono alla creazione del mito americano. Questi romanzi hanno in comune un personaggio Natty Bumppo, un uomo bianco che vive a cavallo tra la wilderness e la civiltà (in questo periodo le due parti sono divise da una linea di demarcazione molto labile), chiamata la frontiera (una linea ideale che si sposta a seconda delle conquiste); in questa zona personaggi come Natty vivono approfittando dei vantaggi della vita selvaggia e di quella civilizzata. Natty Bampoo si gloria di essere bianco ma frequenta gli indiani (amici molto stretti). Negli ultimi anni espresse il suo pessimismo e la sua amarezza nella trilogia formata da Satanshoe (Il piede di Satana, 1845), The chainbearer (L'intendente, 1845) e The redskins (I pellirosse, 1846).
I romanzi di Cooper sono definiti romanzi del dualismo, per questa contrapposizione netta tra due mondi completamente diversi: Bianchi e Indiano (buoni e cattivi). Per Cooper però ci sono bianchi e indiani buoni, bianchi e indiani cattivi, ecco il salto di qualità rispetto al pensiero puritano, dove gli indiani erano visti come cattivi senza distinzione. La modernità di Cooper sta nel rendere merito a chi è buono ed ha dei valori, che lo contraddistinguono - valori conosciuti sia ai bianchi che agli indiani, nonostante Natty sottolinei sempre di essere bianco. Sono romanzi abbastanza edulcorati: le donne sono sempre belle, a posto, nonostante stanno attraversando un territorio impervio. Anche tra i personaggi femminili si crea un certo dualismo tra donne buone e donne cattive, che si esplica nel binomio bionde/brune. Le bionde sono buone, le cattive sono more. Nell’ottica inglese la donna angelica è bionda, la donna mora è femme fatale, aggressiva, mediterranea. I romanzi di Cooper servono ad esplorare l’America nella sua componente più vera: Conquista dei Territori , scontri con gli Indiani, Wilderness, ecc..